Vino e cibo: il giusto abbinamento
Un’enigma molto ricorrente nel mondo enogastronomico ha a che fare proprio con il giusto abbinamento vino-cibo. Ma quanti di noi conoscono le regole? Se vuoi ricevere alcune dritte su come abbinare ad ogni vino il suo cibo, non ti resta che continuare a leggere!
Bere sano e mangiare buono
Per noi di G Point Wines i dettagli fanno la differenza e meritano di essere valorizzati al meglio. Uno dei modi per esaltarli sta nel trovare il giusto accostamento tra vino e cibo. Ecco perché, in questo articolo, vogliamo parlarvi della forte connessione che intercorre tra bere sano e mangiare buono.
Una bevanda millenaria
Il vino è forse la bevanda millenaria per eccellenza, con una storia e una tradizione alle spalle che ne hanno tramandato usi e costumi.
Forse non tutti sanno che all’epoca dei Romani, il vino veniva per così dire “sofisticato” con l’aggiunta di acqua, miele, pece ed altro, acquisendo sapori e aromi molto particolari. Oggi rappresenta l’emblema di un territorio: Il vino è amore, cultura, passione, famiglia e rispetto dei valori della vita. In esso è racchiusa l’identità di un popolo, che grazie al suo impegno e dedizione hanno fatto del vino una vera arte.

Suggerimenti utili per creare abbinamenti super
Creare abbinamenti super non è un gioco da ragazzi. Anzi, è una vera e propria sfida, da cui ha origine una fusione armonica. Ogni errore di valutazione può comportare danni all’esaltazione del gusto e dei sapori, compromettendo l’intera esperienza culinaria.
Dunque, onde evitare brutte figure o spiacevoli equivoci, consigliamo sempre di tenere a mente alcuni dei nostri suggerimenti:
- Abbinamento per contrasto. Nel caso in cui un piatto fornisca caratteristiche eccessive per alcuni elementi si potrà attenuarle con vini che limitano tali sensazioni. Ad esempio la bollicina, dotata di effervescenza, è indicata per “sgrassare” piatti troppo elaborati. Un vino morbido, invece, è ottimo per alleviare la sensazione di piccantezza. Uno acido per attenuare piatti troppo salati oppure il tannino per fronteggiare la succulenza;
- Abbinamento per analogia. Secondo tale principio il dolce dev’essere servito con un vino dolce. Così come i piatti di grande struttura devono essere accompagnati da vini di altrettanta consistenza. Inoltre, l’aromaticità dev’essere affiancata da persistenza aromatica e grande intensità olfattiva.
Le accoppiate vincenti

In occasione dell’arrivo dell’Autunno, affronteremo insieme un viaggio enogastronomico alla ricerca delle accoppiate vincenti di questa magica stagione. Di seguito, infatti, andremo ad analizzare le caratteristiche di alcuni alimenti stagionali per capire quale vini abbinare.

Vini poco strutturati per le castagne
Gradite assaporare un aperitivo a base di caldarroste appena cucinate e servite magari con due fettine di lardo? Potreste optare per un buon bicchiere di Barbaresco DOCG, della cantina Giuseppe Cortese.
Infatti, proveniente da uvaggio Nebbiolo, grazie alla sua freschezza stempererà la dolcezza e la densità delle castagne. La serata autunnale inizierà così nel migliore dei modi.

Bilanciare la dolcezza della zucca
La polpa della zucca cotta ha un sapore dolce: fattore da considerare nella scelta del vino. La migliore strategia è quella di applicare l’abbinamento per contrapposizione, dunque scegliendo acidità ed effervescenza. Qualità che troviamo in una bottiglia di rosè frizzante come il Perfranco, della cantina Bergianti.

Se invece aggiungiamo un tocco di acidità con del formaggio caprino, la dolcezza sarà già equilibrata. Di conseguenza, potremo optare per un vino bianco aromatico come il Carlaz della cantina Walter De Battè.
Si tratta di un vino bianco ligure fresco, sapido e minerale, dal corredo aromatico ricco e complesso. Ha un bouquet ampio e articolato, costituito da spezie esotiche, frutta, erbe aromatiche. Il sorso è fresco, sapido, avvincente e minerale, dotato di struttura e persistenza.

Vini morbidi e fini per i funghi
I funghi non vogliono accostamenti né con vini aspri, né con vini tannici in quanto possiedono già per loro natura aromi e gusto decisi. Serve quindi un vino morbido, bianco o rosato, che ne esalti il sapore senza coprirne l’odore. Massima espressione è data dal No Sex For Butterfly Rosé, della cantina Ricome Vignerons. Questo rosé di Syrah si rivela un vero e proprio nettare di freschezza, rotondità e morbidezza. Al palato, infatti, lascia un finale perfettamente aerato, dunque si classifica come un rosè di rara eleganza.

I funghi porcini, invece, sono gli unici ai quali va abbinato un buon rosso, come ad esempio il Pommard Cru Les Rugiens, della cantina Domaine Heitz-Lochardet. Un vino particolarmente brillante, di notevole struttura e persistenza. Al naso mostra una netta speziatura e note ferrose. In bocca lascia intravedere struttura e complessità, con note di frutta rossa, macchia mediterranea e spezie.

Non sovrastare l’aroma del tartufo
Riguardo ai tartufi, il connubio diventa ancor più selettivo: vietati i vini troppo aromatici, quelli particolarmente acidi e i vini con forte sentore di vaniglia. Ricorda che non bisogna mai coprire il sapore forte del tartufo. Quindi, un’ottima scelta è sicuramente il Bourgueil Jour De Soif, della cantina Domaine Du Bel-Air.
Vino biologico francese che rivela un colore viola meno pronunciato rispetto ai vini invecchiati. È caratterizzato da sentori di frutti rossi e note floreali. Al palato risulta leggero, senza tannino, quindi ideale per accompagnare piatti a base di tartufi.

Abbinamenti per contrasto alla selvaggina
Per accompagnare carni come il coniglio selvatico o la lepre, consigliamo un vino persistente e robusto come il Barbaresco “Rabaja”, della cantina Giuseppe Cortese. È un vino strutturato e potente, intenso e profondo all’olfatto, con variegati sentori fruttati e vegetali. Al palato risulta caldo e avvolgente, robusto e molto persistente: un grande vino dal fascino intramontabile.

Per la selvaggina molto profumata, come il camoscio o il cervo, proponiamo del vino dal tono più morbido e caldo come il Chat Fou della cantina Eric Texier. Ha un sapore fine ed elegante, che rimanda a note di ciliegia rossa e prugna, per terminare con tratti floreali di peonia e violetta. Il palato è rotondo, morbido e avvolgente.

Se invece si tratta di carne piuttosto grossa, come il cinghiale o il capriolo, consigliamo del vino corposo e barricato, come il Rospo IGT della cantina Montesecondo. Questo vino toscano, infatti, è dotato di grande struttura e corpo, ed ha uno spiccato carattere locale. Perfetto per accompagnare portate succulenti come il cinghiale.