Certificazione vino biologico: cos’è e come ottenerla
La certificazione vino biologico attesta che il vino in questione è stato prodotto nel rispetto dei principi della produzione biologica, sia in vigna che nelle fasi di vinificazione. È stato un importante passo per tutta la filiera produttiva dei vini rispettosi della natura e del territorio ma anche per i consumatori. La suddetta certificazione oggi in Europa viene disciplinata dal Regolamento 848/2018/UE di Consiglio e Parlamento. Tutto però è nato invece con il Regolamento 834/2007/UE di Consiglio e Parlamento, che negli anni è stato prima modificato e poi abrogato con il nuovo regolamento.
In questa guida troverai tutte le informazioni necessarie per comprendere al meglio cos’è davvero un vino biologico e cosa lo differenzia dagli altri in commercio.
Normative
Il Regolamento 834/2007/UE di Consiglio e Parlamento è la normativa di riferimento per tutti gli addetti del settore. Entra in vigore il 1° Gennaio 2021 andando a regolamentare molti aspetti della filiera produttiva di un vino e finalmente portando regole chiare e univoche per tutti. Segnaliamo anche che sono state legiferate anche altre due normative che integrano la precedente, il Regolamento attuativo della Commissione 464/2020 e il Regolamento di esecuzione 1165/2021/UE.
I requisiti per la certificazione vino biologico
Oggi le aziende vinicole che vogliano ottenere la certificazione di vino biologico devono sottostare a molteplici vincoli che certificano il rispetto dei principi della produzione biologica. Tutto ciò che andremo a descrivere deve essere documentato capillarmente. Infatti tutta la documentazione dovrà essere fornita alla commissione che si occuperà di rilasciare la certificazione.
In vigna
Uno dei requisiti fondamentali per ottenere la certificazione biologica è che il vino deve essere ottenuto solo da uve biologiche. Per avere la certificazione di uve biologiche non devono essere utilizzati prodotti chimici di sintesi in fase di innesto e mantenimento delle vigne. Dunque sono vietati pesticidi, erbicidi e fertilizzanti chimici.
Questo permette di avere uve davvero naturali e lontano da eventuali agenti chimici che possono alterarne le caratteristiche. Inoltre con questa scelta si promuove il rispetto per il territorio e per la natura.
Nelle fasi di vinificazione
Il Regolamento Europeo disciplina anche tutto ciò che può essere utilizzato o fatto nelle fasi di vinificazione, affinamento e produzione.
Innanzitutto viene regolamentata la presenza di Anidride Solforosa. I limiti imposti sono di 100 mg/l per i vini rossi e di 150 mg/l per i vini bianchi e rosati. Sono applicate deroghe nei seguenti casi:
- nei vini in cui è presente un tenore di zucchero residuo superiore a 2 g/l, la presenza limite di solfiti per il vino biologico è di 120 mg/l per i vini rossi e 170 per quelli bianchi e rosati;
- nei vini spumanti il limite di SO2 è pari a 155 mg/l;
- nei vini spumanti con particolari denominazioni è di 205 mg/l.
Scopri cosa sono i solfiti nel vino.
Invece sono vietate alcune pratiche proprio per favorire la naturalità del vino ed evitare manomissioni estreme. Se una cantina vuole ottenere la certificazione vino biologico non può intervenire in cantina con:
- scambiatori di cationi;
- elettrodialisi per la stabilizzazione tartarica dei vini;
- crioconcentrazione parziale;
- eliminazione dell’anidride solforosa;
- dealcolizzazione parziale dei vini.
Vengono invece tollerate due pratiche in particolare, seppur con dei limiti. Parliamo del trattamento termico (limite massimo 70°C) e delle filtrazioni (dimensioni minime dei pori delle membrane: non inferiori a 2 micron).
Oltre all’utilizzo di uve di origine biologica (di cui abbiamo parlato prima) è obbligatorio utilizzare anche lieviti, mosti, gelatine di origine naturale e biologica.
In etichetta
Anche nelle etichette dei vini le aziende devono rispettare alcuni parametri molto importanti. Per potersi definire biologici i vini devono contenere nell’etichetta:
- L’espressione “Vino Biologico”;
- Il logo “Biologico” certificato dall’Unione Europea
- Numero di codice dell’organo competente che ha rilasciato la certificazione.
Il processo di certificazione biologica per le aziende vinicole
Il processo per entrare in possesso della certificazione non è breve. Dopo aver raccolto tutta la documentazione che attesta ogni fase di produzione vinicola questa deve essere inviata insieme alla domanda formale all’ente certificatore.
L’ente verificherà se la documentazione è idonea e se lo è verrà pianificata una visita nell’azienda vinicola per verificare tutte le operazioni, sia in vigna che in cantina. Nel caso ci siano delle difformità dovranno essere risolte da parte della cantina.
Nel caso sia tutto verificato e conforme l’ente procederà al rilascio della certificazione biologica del vino. Questa ha una validità limitata che varia a seconda dell’ente incaricato.
Vantaggi per produttori e consumatori
Adesso sai tutto ciò che c’è dietro a una certificazione biologica per i vini. Si tratta di un processo lungo e che richiede all’azienda vinicola di rimanere dentro a vincolo anche molto restrittivi. Ma quali sono i vantaggi per i produttori e i consumatori?
Per i produttori uno dei vantaggi principali è quello di elevare il livello stesso della cantina. Ottenere una certificazione di questo tipo permette di avere un nome nell’Olimpo dei produttori biologici. Inoltre aiuta le aziende vinicole a migliorare la qualità della propria produzione e di diminuire l’impatto che ha sull’ambiente e sul territorio di origine.
Per i consumatori invece il grande vantaggio è quello di poter verificare con un semplice “bollino” la bontà della produzione di un vino. Prima di tutto è una questione etica: acquistare biologico per aiutare l’ambiente e le stesse cantine che decidono di impegnarsi a fare lo stesso. Inoltre per i consumatori è un vantaggio a livello salutare. I vini biologici non contengono prodotti chimici ma solo naturali. Ad esempio anche i vini naturali e biodinamici portano questi vantaggi al consumatore. Scopri ora la differenza tra vino naturale e biologico.