Barbacan

barbacan



Barbacan

Barbacan

Quando arriviamo nell’azienda Barbacan di Angelo, Matteo e Luca Sega a San Giacomo di Teglio, in Valtellina, ci si apre un vortice spazio-temporale che ci mostra tutti i passaggi che ci sono stati per far arrivare il Nebbiolo ai nostri giorni. Anche se dovremmo parlare di Chiavennasca in Valtellina, vero nome del Nebbiolo. Infatti in questa zona della Lombardia esiste un clone del Nebbiolo, molto più antico ma anche molto meno conosciuto dal nome Chiavennasca.

I proprietari dell’azienda lavorano 7 ettari di vigne verticali aggrappate a terrazze tra i 300 e 500 metri di altitudine che si affacciano sulla Valgella. Sono grandi amanti della natura e riportano tutto questo amore anche nei loro vini biologici. Infatti lasciano semplicemente che la natura faccia il suo corso, non danno nessun tipo di impronta ai loro vini.  Puntando soprattutto sulla lavorazione manuale e spontanea creano vini biodinamici che fanno invidia anche ai vicini francesi.

Cosa rende unici i vini di Barbacan

Una azienda come Barbacan, ovvero a conduzione familiare, ha il suo fascino. Il fascino di una storia antica, che affonda le sua radici nel territorio e lo arricchisce. Già il nome deriva dal territorio. Infatti nel dialetto locale indica i muri di sostegno di alcune vecchie costruzioni presenti tra i vigneti.

Come già anticipato la forza dominante in queste vigne è quella della natura. Angelo, Matteo e Luca rispettano l’eco-sistema e basano i loro vini su basse quantità di rame e zolfo ed evitando pesticidi ed erbicidi. Inoltre nel loro terreno le concimazioni e irrigazioni artificiali sono come un tabu. All’insegna della naturalità e genuinità dei loro prodotti in cantina le fermentazioni avvengono spontaneamente in vasche d’acciaio e cemento, mentre più di rado si prediligono grandi botti di rovere.

Non solo: la famiglia Sega ha anche avviato un recupero della Chiavennasca per farla tornare popolare tra i vigneti della Valtellina. Recuperare un vitigno così antico e radicato nel territorio è importante per mantenere la biodiversità e per far tornare in voga nuovi tipi di vini naturali.

Chiavennasca, storia di un vitigno lombardo

La Chiavennasca è un vitigno lombardo antico e che era quasi scomparso. Originario della zona valtellinese, estremo Nord della Lombardia, dal punto di vista genetico e per caratteristiche ampelografiche viene considerato quasi una copia del Nebbiolo piemontese.

Una storia, quella del Chiavennasca e Valtellina, che inizia molti secoli fa. Si parla delle prime vigne della zona nel 837, in alcuni documenti di compravendita e di locazione di terreni a Delebio. Grazie al Cristianesimo e ai monaci poi si sviluppa la produzione di vino. E sembrerebbe proprio che tra il 1100-1200 sia cominciato a espandersi il tipo di vite Chiavennasca.

Non ci è dato sapere perchè poi sia andata sempre più in disuso. Una delle ipotesi più accreditate è perchè il vicino Nebbiolo era più facile da coltivare e dava molti più frutti anche in annate con poca pioggia.

La Valtellina

La Valtellina è una zona complessa sia culturalmente che nell’ambito gastronomico. Famosa per essere una zona di montagna incredibile, al confine con la Svizzera, viene prodotta qui la Bresaola ovvero il prodotto più conosciuto in assoluto. Troviamo nella zona anche il Bitto, un eccezionale formaggio delle Alpi Orobie. Ma soprattutto viene prodotto il vino sul versante delle Alpi Retiche. Negli anni il vino della Valtellina è divenuto famoso solo per grandi aziende che producevano una quantità infinita di bottiglie, spesso tutte identiche. Questo ovviamente non poteva che danneggiare il territorio in quanto non favoriva la biodiversità e le piccole aziende che avevano una grande storia da raccontare.

Oggi in questa zona ci sono vigneti di 80-90 anni ed è straordinario osservare i biotipi della Chiavennasca: la Rossola, il Rossolino rosa, la Pignola, il Chiavennaschino, la Brugnola e la Negrera. “Sono come fratelli e sorelle” dice Matteo Sega”ed ognuno apporta una sfumatura ai nostri vini delle alpi”. Barbacan oggi conduce eroicamente una viticoltura senza compromessi del tutto manuale, nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente. Dai loro terreni inerpicati sui pendii nascono parcelle come Sol, Jazpèmi, Livél, Francia. Questi sono prodotti antichi che provengono addirittura dal Medioevo. Per questo l’azienda Barbacan è una grande rappresentante del suo territorio e merita attenzione sia per quello che produce che per il suo progetto vinicolo.




SCOPRI I VINI DEL PRODUTTORE