Santa Maria

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Marino Colleoni si stabilisce a Montalcino solo nel 2000, anno della prima vendemmia dell’azienda, ma la moglie Luisa acquistò la casa e i terreni nel 1989. Solo cinque anni dopo scoprono che dal bosco spuntavano dei rami di vite e dei grappoli e tutto questo permise di realizzare un sogno: il vino. Dopo la sistemazione del terreno nel rispetto dei secolari terrazzamenti retti da muri a secco, piantarono il varietale di Sangiovese Grosso, dal cui succo ottennero il primo Brunello. L’azienda poi piano piano si amplia e Marino acquista altri appezzamenti di terreno. Come a Sant’Antimo, diverso per zona e tipo di terreno, ma soprattutto diverso perchè luogo magico, carico di energia e microclima diverso. Anche nella Val d’Orcia c’è un piccolo appezzamento da cui vengono ricavate le uve per il rosso di base e in Maremma dove Marino trova il modo per far felice la moglie che ama i bianchi, raccogliendo l’Ansonica. Il metodo di produzione è rigorosamente Biologico, ma l’obbiettivo è andare oltre, ed arrivare a ricostruire all’interno delle colture una naturale diversità biologica tale da rendere sempre più indipendente dalla volontà umana.

Un breve accenno alle etichette “classiche “ di Santa Maria: nel dialetto bergamasco il cognome Colleoni rappresenterebbe la frase “testa di leone” dove “Co” starebbe dal tedesco “Kopf”= Testa in italiano e “leoni” è facile immaginare. Così mettendo in grafica la etimologia ecco le due teste di leone sulle etichette. Grande cuore e immensi vini. Marino e Luisa sono un esempio di vita: saggi, buoni e dalle potenzialità infinite. Sono gli amici che tutti dovrebbero avere l’onore di incontrare nella vita.




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