Macea

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Macea è una proprietà di nove ettari nella Mediavalle del fiume Serchio, in Lucchesia, che i genitori di Antonio e Cipriano Barsanti acquistarono nei primi anni Settanta. Fino agli anni Cinquanta era stata un’azienda agricola a ciclo chiuso. Siamo tra i 150 e i 350 metri, in un fazzoletto di terra stretto tra l’Appennino e le Alpi Apuane. Ci si arriva percorrendo una strada sterrata che entra nel fitto degli alberi. Il terreno è fatto di argilla e sabbia: scisti, fanghi compressi, basta toccarli e si sfanno. Il terreno ha una forte capacità drenante, ed è molto minerale.

Le vigne sono arrivate dopo il Duemila, e oggi occupano circa un ettaro e mezzo: tutti i filari sono sistemati su pendenze che rendono possibile un solo tipo di lavorazione, che è quella fatta a mano. L’appezzamento che ospita Pinot Nero e Pinot Grigio somiglia a una piramide terrazzata. Oggi Macea produce circa 6mila bottiglie. Fino a pochi anni fa, grazie ad alcune vigne in affitto, superava le 10mila. Da quei terreni i fratelli Barsanti hanno preso alcune marze, che oggi occupano un filare di Ciliegiolo, Malvasia Nera, Montanina, Bracciola, Tannet, Barghigiana, dietro la casa di famiglia. Un patrimonio genetico di riserva, per il futuro aziendale. Macea è tra i promotori dell’associazione “Appennino Toscano — Vignaioli di Pinot Nero”, che è nata nel 2011 con l’obiettivo di valorizzare le valli dell’Appennino come areale vitivinicolo, coordinando gli sforzi di alcuni produttori di vini naturali in Lunigiana, Garfagnana, Casentino e Mugello.




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